Incantea Resort Tortoreto

Servizi per una Vacanza al Mare in Abruzzo


Vi Invitiamo a visitare gli ambienti naturali i paesaggi più caratterizzanti e i borghi del Parco nazionale, attraverso insoliti percorsi nella natura alla scoperta dei luoghi più magici e meglio conservati. Il Parco Nazionale dell’Abruzzo, localizzato nel cuore dell'Appennino, a cavallo della catena montuosa del Gran Sasso e quella dei Monti della Laga, si estende sul territorio di tre regioni: l'Abruzzo, il Lazio e le Marche, comprendendo nel suo perimetro territori di cinque province: L'Aquila, Teramo, Pescara, Rieti ed Ascoli Piceno. Ma sono i 44 Comuni, e le loro innumerevoli frazioni, così incastonati nella natura integra ed incontaminata e con le loro particolarità architettoniche e culturali, che costituiscono le fondamentali tappe di un viaggio indimenticabile e una delle aree protette più estese e preziose d'Europa. Qui i prodigiosi tesori della natura convivono da millenni con un rilevante patrimonio culturale. A pochi minuti dal Resort Incantea di Tortoreto in Abruzzo potete visitare Borghi antichi, siti archeologici, castelli, santuari, abbazie, chiesette rupestri, eremi e grotte costellano i sorprendenti paesaggi montani del Parco, una natura eccezionalmente ricca di foreste, sorgenti, cascate, praterie, altopiani, vertiginose creste e impressionanti pareti rocciose. E' un'immensa risorsa, fatta anche di artigianato, produzioni tipiche, enogastronomia e folklore, da tutelare e valorizzare. Le cascate, vista l'abbondanza, meritano un'attenzione particolare. Unica accortezza visitarle tra maggio e giugno, ossia quando sono al massimo della portata, per apprezzarle in tutta la loro bellezza.

Alcuni Consigli Utili

Pochi ma utili consigli... fermo restando che i percorsi più impegnativi è consigliato farli attraverso l'aiuto delle sezioni del CAI operanti in zona, o con le Guide Alpine, l’ equipaggiamento necessario principalmente per un percorso escursionismo, ma indicato anche per quello turistico sono: Zaino, scarponi da montagna, scarpe per i guadi, asciugamano, bastoncini da trekking, casco, abbigliamento a strati, mantellina per la pioggia, macchina fotografica, binocolo, cappello, crema solare, pranzo al sacco e acqua.

Le Escursioni

Incantea Resort Tortoreto

Per durata complessiva dell'escursione si intende: salita, soste, foto, uso del binocolo, pranzo al sacco, e purtroppo... niente pisolo! Ovviamente è compresa anche la discesa. Per quanto riguarda l'escursionismo invernale poche parole: è "...faccenda per esperti. I percorsi si possono distinguere in: T – Percorso turistico - E' aperto a tutti per la facilità di orientamento e per la durata non eccessiva. E - Percorso escursionistico - Richiede un minimo di esperienza escursionistica e capacità di Orientamento.

I Borghi


Le tappe di un viaggio unico ed irripetibile. I borghi e i paesi del Parco, con le loro peculiarità architettoniche e i loro culturali, costituiscono, le tappe di un viaggio unico ed irripetibile. Tra i tanti, incastonati nella natura integra ed incontaminata, meritano una visita i borghi dell'antica Baronia di Carapelle, prossima alla nobile città dell'Aquila: il mediceo Santo Stefano di Sessanio, Castel del Monte, capitale della Transumanza, Calascio con la celebre rocca, Castelvecchio Calvisio, con la pianta ellittica. Attraversando la Piana di Navelli, famosa per la coltivazione dello zafferano, s'incontrano Capestrano, nel cui territorio fu rinvenuta la statua italica del guerriero omonimo, ed Ofena, edificati con la bianca pietra calcarea del Gran Sasso. Nel distretto dedicato alle Abbazie benedettine, si trovano i centri storici diCorvara e Pescosansonesco.

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Abbarbicati alla roccia, gli antichi villaggi di Assergi e Camarda rivelano importanti valori artistici, nel verde dei Monti della Laga mentre si avvicendano tra gli altri Cortino e Valle Castellana. Merita una visita Castelli, patria dell'arte ceramica ed Isola del Gran Sasso, con il santuario dedicato a S.Gabriele dell'Addolorata. Civitella del Tronto si erge all'orizzonte con la possente fortezza borbonica, con Campli, cittadina farnese nel cui comprensorio persiste la necropoli italica di Campovalano. Emozionano, tra rigogliose foreste, i centri di Arquata del Tronto ed Acquasanta con le tipiche case di arenaria, mentre la Strada Maestra dischiude il fascino di natura e cultura di Campotosto, con il suo lago, Crognaleto, Fano Adriano, Montorio al Vomano, Pietracamela, sotto il Corno Piccolo, Pizzoli e Capitignano. Nel versante laziale, Accumoli ed Amatrice integrano il fascino dei centri storici con i piccoli borghi rurali immersi nel verde, capaci di sorprendere con capolavori d'arte come la cappella rinascimentale dell'Icona Passatora.

Distretto Tra i Due Regni
Regione: Abruzzo
Provincia: Teramo
Comuni: Campli, Civitella del Tronto, Torricella Sicura, Valle Castellana

Il Nome
La denominazione del distretto allude al ruolo storico di terra di confine, tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli, che questo comprensorio aspro e selvaggio ha rivestito per secoli.

Natura e paesaggio
Il profilo del territorio è dominato dalle sagome speculari delle due possenti montagne calcaree conosciute come "Monti gemelli", ovvero i Monti Girella e Foltrone, localmente chiamati Montagna dei Fiori e di Campli, che svettano fino ai 1800 metri, separate dal fiume Salinello che, da ere lontanissime, ha scavato nel tenero calcare una stretta e selvaggia forra, con vertiginose pareti a strapiombo, meglio conosciuta come "Gole del Salinello". La montagna di Campli non casualmente è definita "Montagna dei Fiori". Qui i botanici del Parco hanno numerato 370 specie: Gagee, Erysimum, Eliantemi, Globularie, Timi eGinestrelle, un mosaico di colori e profumi. Numerose le specie rare, come il Verbascum phoeniceum, unica specie di verbasco a fiori viola, e il fossile vivente Ephedra major. La presenza di alte e spettacolari pareti ha permesso l'insediamento di specie di uccelli davvero uniche. Tra le specie presenti, oltre ai grandi rapaci, come l'aquila reale, meritano di essere ricordate la rondine montana, i gracchi, il codirossone e il picchio muraiolo.

Strutture presenti
L'intervento dell'Ente Parco si è concentrato sulla realizzazione di un percorso ad anello che da Guazzano di Campli giunge a Macchia da Sole, attraverso la strada provinciale, opportunamente attrezzata con aree di sosta allestite con moduli pic-nic, punti fuoco, capanni muniti di cannocchiali di osservazione e leggii esplicativi che, a seconda del colore, informano sulla natura, la fauna, la geomorfologia e la storia del territorio, fino ai ruderi di Castel Manfrino e da lì, attraverso un sentiero attrezzato lungo le Gole del Salinello, fino a Ripe di Civitella. Da questo anello principale si snodano diversi percorsi periferici, ma non meno interessanti, che conducono a Valle Castellana, con i suoi castagneti secolari, a Pietrastretta, da cui si può godere di un panorama mozzafiato, a San Giacomo sul Monte Girella, con le caratteristiche strutture agropastorali a tholos chiamate "caciare", a Campli, con la Scala Santa, il Palazzo Farnese e l'importante necropoli italica di Campo Valano, infine, a Civitella del Tronto, con il Forte borbonico più famoso e meglio conservato d'Italia.
Altri capisaldi del distretto sono senz'altro il Centro visite di Macchia da Sole che ospita l'Antiquarium di Castel Manfrino ed il Museo della Grotta S. Angelo. La grotta, che ha restituito preziosi reperti che attestano la sua frequentazione fin dal Paleolitico superiore, è allestita con una serie di pannelli illustrativi che guidano il visitatore lungo il percorso. Il Museo in grotta è didatticamente collegato con il Centro Visite di Ripe di Civitella, al cui interno è stata realizzata la fedele riproduzione di una capanna preistorica. L'offerta turistico - culturale del distretto è gestita dall'Ente parco attraverso l'Associazione Verdelaga.

Da ripe alle Gole del Salinello


Partenza: Borgo di Ripe (611 m)
Tempo di percorrenza: 2 ore
Difficoltà: T/E
Dislivello: 130 m
Segnavia: segnato bianco-rosso e giallo-rosso
Periodo consigliato: da gennaio a dicembre

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Avventuroso itinerario ad anello nelle suggestive Gole del Salinello, ambiente straordinario scavato dalle acque, piccolo angolo di paradiso nascosto tra la Montagna di Campli e la Montagna dei Fiori. Le "montagne gemelle", per chi le guarda da lontano, hanno un aspetto piuttosto dolce, in contrasto con quanto si osserva addentrandosi nelle Gole del Salinello: ripide pareti rinserrano l'alveo del fiume, rocce e pinnacoli chiudono in alto la fitta fascia dei boschi. In primavera le gole tornano a cantare: è il Salinello che si esibisce in rapide, cascatelle e pozze di acqua trasparente che rispecchiano il verde delle pareti intorno.

Molte delle numerose grotte che si aprono sulle pareti della valle furono frequentate fin dal Paleolitico; nel periodo medioevale, sotto la spinta del fervore religioso, vi sorsero numerosi luoghi di culto... S. Angelo di Ripe, S. Maria Scalena, San Francesco, S. Marco, S. Maria Maddalena. Secondo una tradizione eremitica di tipo orientale, alcuni di questi hanno una collocazione molto impervia; come nidi d'aquila sono ricavati in piccole cavità sulle pareti delle gole, raggiungibili solo attraverso ripidi sentieri.

Il borgo di Ripe (611 metri) si raggiunge dal bivio al km 17,300 della statale 81, tra i due bivii per Civitella del Tronto utilizzati da chi arriva da Teramo e il bivio (in località Villa Lempa) utilizzato da chi arriva da Ascoli Piceno. Lasciata l'auto nello slargo accanto alla chiesa si sale per pochi metri sull'asfalto, e poi si piega a sinistra per la strada, chiusa al traffico privata, che diventa subito sterrata e prosegue in leggera discesa verso le Gole del Salinello.

Raggiunto uno slargo utilizzato come posteggio quando la strada era aperta al traffico si continua in discesa per una carrareccia più dissestata. Un sentiero a mezza costa, protetto da una staccionata, porta alla base della rampa che conduce all'eremo di Grotta Sant'Angelo (507 metri, 0.30 ore), che si raggiunge per una rampa. Per visitare l'eremo occorre accordarsi in precedenza con il Centro Visite di Ripe. Tornati al sentiero principale lo si segue con brevi saliscendi, affacciandosi sulle Gole e raggiungendo un nuovo bivio (località Vroga delle Trocche, 587 metri). Qui si lascia il sentiero alto (itinerario Ö) per Castel Manfrino e si scende, seguendo dei vecchi segnavia giallo-rossi, per una ripida rampa con gradini e staccionata. Un sentierino non segnato sulla sinistra permette di raggiungere la base della spettacolare cascata nota localmente come Lu Cacchèma (il pentolone).

Tornati al sentiero principale si raggiunge la base di un macigno a pochi metri dal torrente e si continua in piano in direzione delle Gole. Traversata una fascia di bosco il sentiero entra nella parte più spettacolare della forra, si affaccia sul Salinello, che qui è interrotto da alcune cascatelle, sale con due svolte e prosegue tagliando un pendio ghiaioso. Dei segnavia giallo-rossi sulla destra indicano il difficile itinerario per l'eremo di Santa Maria Scalena. Una discesa porta a un guado (490 metri, 0.30 ore), normalmente intransitabile dall'autunno alla primavera. Il ritorno per la stessa via richiede il medesimo tempo (1 ora). Possibile l'incontro con... lupi, caprioli, aquila reale, cinghiali, colubri, anfibi Equipaggiamento necessario: Zaino, scarponi da montagna, scarpe per i guadi, asciugamano, bastoncini da trekking, casco, abbigliamento a strati, mantellina per la pioggia, macchina fotografica, binocolo, cappello, crema solare, pranzo al sacco e acqua.

Attraverso le Gole del Salinello


Partenza: Borgo di Ripe (611 m)
Tempo di percorrenza: 2.15 ore
Difficoltà: E (EE deviazione per S.Francesco alle scalelle)
Dislivello: 500 m

Da Ripe (611 metri) si segue l'itinerario 10 verso Grotta Sant'Angelo, le Gole del Salinello, il bivio con il sentiero alto (località Vroga delle Trocche, 587 metri) e il primo guado (490 metri, 0.30 ore).

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Lo si attraversa e si continua sulla destra orografica, nel bosco, con percorso di grande suggestione, fino a raggiungere la seconda strettoia della forra, che si attraversa costeggiando degli speroni verticali e traversando più volte il ruscello.

Dove la forra si allarga si traversa ancora il Salinello e si sale verso destra, tagliando un ghiaione e incrociando il vallone della Vroga della Caccia, fino a incontrare il sentiero alto (777 metri, 1 ora) che taglia ai piedi della Montagna dei Fiori. Prima del bivio, sulla destra, un sentiero non segnato che si dirige verso alcune guglie rocciose e poi scende obliquamente all'eremo di San Francesco alle Scalelle (675 metri, 0.30 ore a/r).

Si continua per la vecchia mulattiera da Ripe a Macchia da Sole. Il tracciato corre quasi in piano a mezza costa, si affaccia sul Fosso del Lago, lo attraversa (847 metri) e raggiunge una sella (945 metri) con tavoli da pic nic. Verso sinistra, sul crinale, si raggiungono i ruderi di Castel Manfrino (963 metri, 0.45 ore). Chi vuol raggiungere Macchia da Sole (910 metri) deve tornare all'ultima sella e seguire una mulattiera che scende a mezza costa.

Al ritorno si segue l'itinerario di andata fino al bivio 777 metri (0.45 ore), e si continua a mezza costa, traversando la Vroga della Caccia e un magnifico bosco di lecci. Vari belvedere offrono splendide vedute sul Salinello. Superata una grande frana si raggiunge la Vroga delle Trocche, si lascia a destra un sentiero per Grotta Sant'Angelo, si raggiunge una strada sterrata e la si segue fino a Ripe (1.30 ore).

Da macchia da Sole a Castel Manfrino


Partenza: Macchia da Sole (930 m)
Tempo di percorrenza: 1 ore
Difficoltà: T - Turistico
Dislivello: 100 m
Segnavia: segnato bianco-rosso
Periodo consigliato: da aprile a novembre

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La passeggiata verso Castel Manfrino inizia dal posteggio di Macchia da Sole, piccolo centro che si raggiunge dal bivio di Garrufo sulla statale 81, da Valle Castellana attraverso il Valico della Cona, o ancora da Ascoli Piceno per San Vito e il valico della Croce di Corano (l'ultimo tratto di questa strada è sterrato, e a volte in cattive condizioni).

Si posteggia nel centro del paese (930 metri) di fronte al Centro Informazioni del Parco e all'unico bar-ristorante del paese. A piedi si segue, verso destra per chi arriva dalla statale 81, una stradina indicata da cartelli che raggiunge alcuni edifici diroccati. Si continua per una ben visibile mulattiera a mezza costa, aggirando il costone che domina il paese e raggiungendo un bivio.

Qui si va a destra, per un sentiero segnato e a volte un po' ingombro di vegetazione che traversa dei valloni argillosi ai piedi della rupe che regge il castello, inizia a salire costeggiando una parete calcarea, supera una forcella e raggiunge un crinale. Una breve salita nel fitto bosco porta davanti a agli imponenti ruderi di Castel Manfrino. Una scala metallica permette di raggiungere il monumento (963 metri).

Si riparte per la cresta rocciosa alle spalle del cancello fino a raggiungere una sella (945 metri) con tavoli da pic nic. Lasciati a destra un sentiero per le Canavine e quello per le Gole del Salinello e Ripe, si scende a mezza costa, si ritrova il percorso di andata e lo si segue fino a Macchia da Sole. In tutto occorre 1 ora.

E - Percorso Escursionistico


Richiede un minimo di esperienza escursionistica e capacità di Orientamento. PIZZO DI MOSCIO DAL CEPPO
Difficoltà: E (media difficoltà)
Dislivello +/- 1050 mt
Durata complessiva 1 giornata
"Pizzo di Moscio deriva da mosa, mota: terra imbevuta d'acqua; tra le numerose scaturigini, la più alta fonte perenne della Laga è proprio qui, a 2280 mt di quota, sul versante est ..." (Cfr. biblio 1). Questo prima che fosse captata ad uso della "palestra della neve"...
L'itinerario si svolge sul versante teramano dei Monti della Laga.

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Arrivati a Ceppo (1334 mt) si continua fino al bivio nei pressi di un campeggio, dove si parcheggia. Si tralascia la carrareccia a destra, che porta alle cascate della Morricana, e si prosegue sul Sentiero Italia (SI), che risale in cresta e con qualche segno poco chiaro conduce alla fine del bosco.

Usciti dal bosco si rimonta fino alla zona Lago dell'Orso (+/- 1805 mt) dove si trova un piccolo rifugio. Seguendo l'ampio crestone est, di Pizzo di Moscio, si oltrepassa la zona Iacci di Verre, dove si trovano i ruderi dell'ex cantiere della "palestra della neve", e si continua sulla Storna fino a raggiungere la base della piramide di Pizzo di Moscio.

Traversando a sinistra, in senso orario, si risale la spalla sud-est fino in vetta. Panorama notevole...


LA CASCATA DELLA MURRICANA DAL CEPPO
Difficoltà: E (media difficoltà)
Dislivello +/- 400 mt
Durata complessiva 1 giornata
Il Bosco Martese assieme alle cascate della Morricana rappresentano sicuramente uno degli angoli più suggestivi della Laga. L'itinerario si svolge sul versante teramano dei Monti della Laga.

Arrivati a Ceppo (1334 mt) si prosegue fino al bivio, nei pressi di un campeggio, dove si parcheggia. Si segue quindi la strada sterrata che in piano, lungamente, attraversa il bosco della Martese e dopo più o meno 6 km giunge al termine.

Si prosegue su sentiero e, con un'altra ora di cammino, dopo aver attraversato innumerevoli fossi si giunge davanti al primo grande salto delle cascate. Per osservare i salti superiori bisogna traversare il torrente a destra alla meglio, indovinato il sentiero seguire l'esile traccia che diagonalmente sale verso destra avvicinandosi al bordo del Fosso Cannavine (altra cascata).

Come finisce il bosco si arriva agli Stazzi della Morricana, obliquando verso sinistra dopo poco si è in vista, ai margini di un profondo fosso, del secondo salto delle cascate. Bella la vista sul versante nord di Pizzo di Moscio. La Valle Castellana, in basso, è un mare di verde.


LA CASCATA DELLA MURRICANA DAL CEPPO
Difficoltà: E (media difficoltà)
Dislivello +/- 600 mt
Durata complessiva 1/2 giornata

La cascata della Cavata è formata dalle acque dell'ampio anfiteatro est di Pizzo di Moscio ed è una delle tante e belle cascate che l'omonimo fosso ci offre prima di raggiungere Padula. L'itinerario si svolge sul versante teramano dei Monti della Laga.

Arrivati a Ceppo (1334 mt) si continua fino al bivio nei pressi di un campeggio, dove si parcheggia. Si prosegue quindi sul Sentiero Italia (SI), che risale in cresta e con qualche segno poco chiaro conduce alla fine del bosco.

Usciti dal bosco (+/- 1700 mt) si abbandona il SI, si piega a sinistra (sud) incontrando prima uno stazzo e poi la carrareccia, proveniente da Ceppo, che risale a Iacci di Verre. Si continua su quest'ultima per un breve tratto in zona Colle Lungo fino alla deviazione, verso sinistra, che si segue in leggera discesa attraversando il Bosco di Langammella. Arrivati al ponte, sul Fosso della Cavata, si risale a sinistra su tracce di sentiero per "immergersi" in uno degli angoli più suggestivi della Laga.

Fuori dal bosco si incontra un grande stazzo, lo si supera e proseguendo verso destra si raggiunge lo scivolo di arenaria seguendo il quale si arriva al cospetto della cascata. Per la discesa conviene senz'altro seguire il SI che rimonta la cascata verso sinistra e poi traversa, mantenendosi al di sopra del bosco, fino a raggiungere la zona Lago dell'Orso. Superato il piccolo rifugio si scende a riprendere la traccia abbandonata in salita che in breve riporta al campeggio.